Si parte, Aforismi sul viaggio (prima puntata)

Comunque la spedizione mi dava una buona ragione per rimettermi in viaggio, per riprovare quella gioia
unica che solo i drogati di partenze capiscono, quel senso di libertà che prende nell’arrivare in posti dove
non si conosce nessuno, di cui è solo letto nei libri altrui,
quell’impareggiabile piacere nel cercare di conoscere in prima persona e di capire.
(T. Terzani)

“…Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.”
“Per andare dove, amico?”
“Non lo so, ma dobbiamo andare…”
(J. Kerouac)

Sì, viaggiare, evitando le buche più dure…
(L. Battisti)

Durante i miei viaggi… gli unici confini che ho trovato, sono quelli nella testa delle persone.
(M. Aime)

Noi partiamo un mattino con il cervello in fiamme, con il cuore gonfio di rancori e di desideri
amari, e andiamo, cullando al ritmo delle onde il nostro infinito sul finito dei mari. Alcuni sono lieti
di fuggire una patria infame, altri l’orrore della loro nascita, altri ancora – astrologhi sperduti negli
occhi di una donna – la tirranica Circe dai pericolosi profumi…
Ma i veri viaggiatori sono soltanto quelli che partono per partire; cuori leggeri, simili agli
aerostati, essi non si separano mai dalla loro fatalità, e senza sapere perché, dicono sempre andiamo, i loro desideri hanno le forme delle nuvole…
(C. Baudelaire)

Ci sono due modi di viaggiare. Nel primo si percorrono grandi distanze in poco tempo, ci si muove, ci si sposta, s’imparano a conoscere i lineamenti generali delle montagne, delle valli, gli aspetti più evidenti della gente e del loro carattere. Nell’altro si sosta, si va in profondo, si mettono un poco le radici e si cerca di suggere dalla terra l’invisibile linfa spirituale di cui si nutrono gli abitanti del posto. Ambedue sono modi legittimi, ambedue possono essere fonti di piacere, ambedue possono portare ad utili conoscenze e comparazioni.
(F. Maraini)

Forse dovremmo concedere alla natura umana una istintiva voglia di spostarsi, un impulso al movimento
nel senso più ampio. L’atto stesso del viaggiare contribuisce a creare una sensazione di benessere fisico e
mentale, mentre la monotonia della stasi prolungata o del lavoro fisso tesse nel cervello delle trame che
generano prostrazione e un senso di inadeguatezza personale. In molti casi quella che gli etologi hanno
designato come “aggressività” semplicemente una risposta stizzosa alle frustrazioni derivanti dall’essere confinati in un certo ambiente.
(B. Chatwin)

Non dovremmo negare che l’essere nomadi ci ha sempre riempiti di gioia. Nella nostra mente viene
associato alla fuga da storia, oppressione, legge e noiose coercizioni alla libertà assoluta.
(W. Stegner)

Di nuovo la solitudine. Non mi restava altro che l’idea del viaggio per tirare avanti. Alce Nero dice che l’uomo si perde proprio nel mondo oscuro delle ombre cangianti: un mondo in cui l’uomo può forse trovare la forza di
proseguire un pochino, ma non le intuizioni profonde.
E può darsi che il nostro unico dono sia l’opportunità di cercare, il fatto di non avere certezze. Può darsi che indagare, e nient’altro, sia il nostro retaggio.
(W. Least)

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